SITUAZIONE INIZIALE
Il paziente maschio di 52 anni aveva iniziato una terapia parodontale 10 anni fa, con una serie di splintaggi provvisori armati, in quanto la stabilità degli elementi dentali era già compromessa. Lasciata la terapia parodontale per un po’ di tempo, è arrivata
l’osservazione quando ormai aveva quasi tutti gli elementi con gravi sofferenze parodontali. A questo punto, si è deciso per una bonifica con delle protesi su impianti a carico immediato. Data la disponibilità ossea, il clinico ha preferito realizzare una protesi su sei impianti, invece che su quattro. Hi-Fiber è stata scelta perché ci ha consentito di fare un carico differito a 72 ore, con la consegna di una protesi definitiva.
Il Dr. Antonio Schiavolin, l’odontoiatra che ha curato il caso, si occupa principalmente di protesi, implantologia, e implantoprotesi a carico immediato. Da circa un anno ha scelto
di usare Hi-Fiber per quanto riguarda le protesi su impianti, mentre in passato ha sempre utilizzato strutture in Titanio o in Cromo Cobalto, fresate o saldate.
Il laboratorio odontotecnico Titanium S.n.c. ha ricevuto i file STL della situazione implantare, generati tramite scansione intraorale, e li ha caricati sul sito di Hi-Fiber, insieme ai file del volume della protesi definitiva selezionando il tipo di impianti, per questo caso, una soluzione avvitata. ll laboratorio ha ricevuto la struttura di rinforzo il giorno successivo al caricamento dei file e ha ultimato la protesi seguendo pochi e semplici passaggi.
Fig. 32 Situazione iniziale del paziente
Fig. 33 Vista occlusale dell'arcata inferiore
Fig. 34 Panoramica pre-intervento
Fig. 35 Posizionamento impianti
Fig. 36 Struttura Hi-Fiber
Fig. 37 Struttura Hi-Fiber su modello
Fig. 38 Prova ingombro struttura Hi-Fiber, arcata superiore
RISULTATI DI CASO CLINICO 2
Con Hi-Fiber, la caratteristica che impatta in primo luogo è la finitura. Non avendo il metallo all’interno della protesi e dal momento che Hi-Fiber è invisibile quando finalizzata l’estetica ovviamente ne trae beneficio. Il livello estetico ha stupito anche il clinico che ha eseguito l’intervento, il Dr. Schiavolin, che ha riferito: “Esteticamente, Hi-Fiber è praticamente invisibile, in modo che il paziente percepisca un senso di naturalezza degli elementi dentali. L’affidabilità meccanica, ad un anno di follow-up dalle prime strutture utilizzate ha verificato l’assenza di distacchi o fratture”.
Le funzionalità meccaniche sono state studiate a partire dai volumi proposti nei premontaggi, quando sono state effettuate le riabilitazioni a full-arch. L’odontoiatra ha affermato che il comportamento generale di questa struttura, che è predefinita da un algoritmo, ha sicuramente rappresentato un vantaggio meccanico oltre che estetico, aspetto rafforzato anche da un legame chimico che le altre soluzioni in metallo non
hanno con il rivestimento estetico. In questo modo, è stato osservato che vengono evitate le tipiche distorsioni che si possono avere tra materiale estetico e metallo. Oltretutto, su più di 30 casi addizionali Toronto Bridge realizzati con Hi-Fiber da Titanium S.n.c., finora non si è verificato nemmeno un distacco, né una frattura di denti.
In conclusione, al di là dell’estetica, chiaramente superiore a quella che si sarebbe potuta offrire con una Toronto Bridge in metallo, il clinico ha riscontrato un prodotto di
notevole fattura, estremamente interessante, preciso, passivo all’avvitamento,
e soddisfacente. Rispetto ai metodi precedentemente usati per le strutture,
Hi-Fiber è molto meno rumorosa. È risaputo che nelle protesi su impianti,
soprattutto quando bimascellari, spesso il paziente produce rumore quando
mastica, a causa di un riverbero della struttura sugli impianti e sui seni
mascellari. Con Hi-Fiber questo rumore è stato ridotto al minimo, un vantaggio
da considerare.
Fig. 39 Bimascellare finalizzato
Fig. 40 Bimascellare finalizzato, vista laterale dx
Fig. 41 Bimascellare finalizzato, vista laterale sx
Fig. 42 Prova estetica in controluce
Fig. 43 Ulteriore prova estetica in controluce
Fig. 44 Risultato finale frontale in situ
Fig. 45 Arcata inferiore in situ
Fig. 46 Arcata superiore in situ
Fig. 47: Panoramica post-intervento